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CAGLIO, GENNAIO 2022

IL CERCATORE DI LUCE

un Segantini inedito, raccontato dal premio Campiello Carmine Abbate

Siamo nel pieno dell’inverno, ma già dal 22 dicembre, primo giorno della stagione, le giornate hanno ripreso ad allungarsi. La luce, un po’ alla volta, ruba le ore al buio e ci guida verso il risveglio della natura. Vi proponiamo allora il bel romanzo di Carmine Abate Il cercatore di luce, dedicato a Giovanni Segantini, il grande artista che visse e lavorò a Caglio, sia pure solo per pochi mesi. Per Segantini la luce era tutto: non riusciva a dipingere al chiuso, portava le sue tele di fronte alle montagne, anche in inverno nelle belle giornate. Lo fece a Caglio, portando ogni giorno sul belvedere che porta il suo nome la tela del capolavoro Alla Stanga. Quel luogo, appena fuori Caglio, si è meritato l’attenzione del maestro per quella luce speciale, che prima del tramonto acquista una trasparenza cristallina.

Continuò a inseguire la luce quando si trasferì in Svizzera, a Maloja, salendo in estate fino a 2800 metri di quota, davanti alle montagne dello Schafberg, per dipingere il famosissimo Trittico della Natura, spesso solo in una baita di pietra. Fu qui che la morte lo sorprese, a soli 41 anni, proprio a causa dell’isolamento che rese impossibile qualsiasi cura (eravamo nel 1899!). Ma il grande artista non solo amava la luce della natura, riusciva a catturarla sulla tela come pochi altri, grazie all’impegnativa tecnica del divisionismo, una serie di pennellate minute, staccate tra loro. A volte aggiungeva persino della polvere d’oro al colore.

Questo e molto altro racconta Abbate, in poco più di 300 pagine che volano via in un soffio. Lo scrittore ripercorre tre vite parallele in momenti storici diversi: Segantini, con la sua arte e la sua amatissima famiglia; Carlo Adami, ingegnere vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, amico personale di Segantini, raccontato attraverso la voce della moglie, nonna Moma, a Carlo junior, il giovanissimo protagonista del libro. Lega le tre epoche un quadro di Segantini, autentico, appeso nella stanza di Carlo in una baita di montagna dove trascorre le vacanze scolastiche. Il dipinto affascina ogni estate Carlo in modo diverso e lo trasporta con l’immaginazione in un passato magico, che alla fine decide di indagare…rivelandosi l’autore del romanzo.

Il cercatore di luce ci avvicina a Segantini artista ma anche uomo, innamorato per sempre della sua compagna Bice Bugatti e dei suoi quattro figli Gottardo, Mario, Berto e Bianca, amati di un amore tenerissimo e giocoso, per nulla patriarcale. Uomo generoso con tutti, specie i più poveri e i più piccoli, ricordandosi forse della sua infanzia da orfano. Tra i pochi artisti celebrati e superpagati già in vita, era sempre indebitato, perché poco attento al denaro: per questo Segantini ci appare grande nell’arte e umanamente simpatico, con quel pizzico di follia che non può mancare negli spiriti geniali.

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